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Pizzeria Da Michele di Napoli, la storia di un’istituzione della Pizza

antica pizzeria da michele a napoli

Bisogna essere un po’ napoletani dentro per capire appieno la bellezza della Pizza di Michele, quella da sempre con la “P” maiuscola.

Semplice, sana e genuina. Senza la pretenzione né di strafare né di essere perfetta. Lavorata a mano e cotta in forno a legna. Farcita con ingredienti base di prima scelta e non arricchita con nessun altro tipo di aggiunte, che ne altererebbero il gusto e l’origine.

Quella di Francesco Condurro (erede e nipote di Salvatore, fondatore della pizzeria oggi più rinomata in tutto il mondo) e della sua famiglia, è una scelta precisa e irremovibile. Non si intende cedere all’innovazione e all’industrializzazione dei processi, né si vuole variare la modalità di lavoro che si tramanda fra le mura di via Cesare Sersale, a Forcella, fin dal 1930 – anche se l’inizio di tutto risale addirittura al 1870.

Le caratteristiche della pizza

Mentre fuori dalla Pizzeria di Michele ogni giorno centinaia di persone attendono per ore di poter gustare questa pizza leggendaria, al suo interno non viene apportata alcuna modifica ai processi né di preparazione né di cottura.

L’impasto deve avere tutto il tempo necessario per riposare (quello preparato al mattino viene usato per il servizio del pranzo del giorno dopo e quello fatto la sera per il servizio della cena del giorno successivo).

I panetti di pizza vengono ricavati dall’impasto da un macchinario (qui c’è stato un compromesso con la tecnologia), che però ne simula il taglio a mano.

La farcitura è veloce (solo fiordilatte, pomodoro passato e olio di semi per la Margherita e ancora meno prodotti per la basica Marinara), così come rapida è la cottura.

Ciò che il cliente, dopo aver tanto atteso, si trova davanti è una pizza dalla forma imprecisa, col cornicione maculato che può apparire quasi bruciato (ad occhi inesperti) e che profuma di pomodoro.

Non c’è da meravigliarsi se qualcuno inizialmente potrebbe rimanere deluso, perché le aspettative sulla Pizzeria di Michele sono davvero molto alte. Il fatto è che solo dopo aver gustato i primi morsi della pizza chiunque si ricredera’ in un battibaleno, perché le proprietà organolettiche di questo “capolavoro culinario” lo porteranno al settimo cielo.

La bontà della semplicità e l’esperienza della tradizione sono le caratteristiche che vengono ogni giorno servite da Michele, che non nasconde dietro ricette magiche e ingredienti misteriosi la sua produzione. Non c’è trucco. Se non quello di aver deciso di proseguire il lavoro del padre esattamente nel modo umile e con passione come gli era stato insegnato.

Un locale diventato un mito

Quando si parla di pizza napoletana non si può fare a meno di pensare a questa pizzeria che è diventata ormai un’istituzione per tutta la città e che viene visitata da turisti provenienti da tutte le parti del mondo.

Lei è rimasta però là, nello stesso luogo in cui è stata aperta e non ha variato il modo di commercializzare le sue pizze: proposte in due sole versioni (Margherita e Marinara), a prezzi bassi (4 euro per le versioni normali, qualcosa in più per le extralarge), su tavoli conviviali (perché per ridurre tempi di attesa si è disposti a mangiare a tavola con estranei), con le posate piazzate informalmente in mezzo alla tavola (proprio come si fa a casa).

Una pizza leggera ma ricca di gusto, da mangiare come fanno da sempre i napoletani: piegata in 4 “a portafoglio” e poi addentata quando è ancora calda, col fiordilatte (qui è bandita la mozzarella di bufala) ancora filante.

Salvatore ebbe modo di poter deliziare già agli inizi del 1844 lo Zar Nicola II in missione a Napoli, entrando a far parte della schiera dei pizzaioli di corte.

Chi gira per i vicoli di Napoli può notare che pare che nulla sia cambiato da quegli anni, soprattutto nella Pizzeria da Michele. In una città che mantiene vive le usanze e le tradizioni, senza lasciarsi corrompere dal progresso e sporcare dalle tecnologie, la Pizzeria da Michele fa più marketing di qualsiasi altra attività grazie ad un unico e solo investimento: la passione che ha costo zero ma che produce più di qualsiasi sorta di pubblicità.

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