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Le cose da fare a Napoli almeno una volta: passeggiate, opere, gastronomia, curiosità

I consigli sulle imperdibili cose da fare almeno una volta a Napoli, tra passeggiate, opere, musei, gastronomia e curiosità!

Napoli è una città ricca di arte, cultura, stimoli, eventi, iniziative, colori, calore e tanta creatività, un luogo che lascia tutti senza fiato e con ricordi indelebili.

Tra le innumerevoli cose da fare e vedere, ce ne sono alcune che sicuramente vanno fatte almeno una volta se si abita in questa città o la si visita, esperienze che sia un napoletano sia un turista non possono non vivere.

Una passeggiata sul bellissimo Lungomare, un itinerario in zattera nel sottosuolo, la sfida impossibile di Piazza del Plebiscito, i meravigliosi musei sono solo alcune delle attività che la rendono unica. E cosa dire del caffè?

Insieme alla sfogliatella e alla pizza fritta è uno dei simboli della gastronomia di Napoli nel mondo e la storia di tutti questi prodotti è davvero particolare.

Di seguito elenchiamo i 15 consigli che vanno assolutamente seguiti sulle cose che a Napoli si devono fare almeno una volta nella vita.

1

Il mistero del Cristo Velato

Meravigliarsi davanti a questa celebre scultura che sembra avvolta da un velo trasparente tanto da lasciar intravedere i dettagli del volto e del corpo del Cristo disteso e martoriato.

Il Cristo Velato trova nella bellissima Cappella Sansevero ed il suo mistero è legato alle capacità alchemiche del Principe Raimondo di Sangro che ne commissionò la realizzazione allo scultore Giuseppe Sanmartino. Secondo la leggenda, fu proprio il Principe ad insegnargli il segreto della marmorizzazione del velo, particolare talmente realistico che si narra che in partenza fosse un velo vero che solo una sorta di magia ha reso di marmo.

È una scultura stupenda che spinse addirittura Canova ad affermare che sarebbe stato disposto a dare dieci anni della propria vita pur di esserne l’autore.

Cristo Velato a Napoli

Cappella Sansevero, Via Francesco De Sanctis 19/21 – 80134 Napoli

2

La Gaiola e il passato sommerso

Scoprire che il fondale marino di Posillipo è ricco di reperti archeologici sommersi, tra cui resti di porti, ninfei e peschiere, che si possono ammirare a bordo di una barca.

Il Parco Sommerso di Gaiola deve il suo nome ai due isolotti che si trovano a poca distanza dal litorale di Posillipo e si estende dal Borgo di Marechiaro alla Baia di Trentaremi. È oggi un’area marina protetta ed uno dei panorami più belli al mondo con dettagli vulcanologici, storici, archeologici e biologici che si fondono in maniera unica. I suoi costoni di tufo giallo e la colorata macchia mediterranea incantano chiunque.

È anche un importante luogo di ricerca, divulgazione scientifica ed educazione ambientale.

Isolotti della Gaiola a Napoli

Discesa Gaiola – 80123 Napoli

3

Piazza del Plebiscito, il percorso impossibile

Attraversarla bendati, da Palazzo Reale fino al centro delle statue equestri poste in mezzo alla piazza. La sua naturale pendenza renderà l’impresa davvero ardua.

Tutti i napoletani hanno provato almeno una volta nella vita a vincere questa sfida, ma nessuno ci è mai riuscito. Chiunque abbia tentato si è sempre ritrovato, una volta aperti gli occhi, in un lato completamente diverso della piazza rispetto a quello prefissato.

Secondo una leggenda, la Regina Margherita una volta al mese avrebbe concesso la grazia ad un prigioniero se fosse riuscito ad arrivare bendato tra i due cavalli di Piazza del Plebiscito, ma nessuno completò mai il percorso a causa di una maledizione della sovrana che si dice continui ancora oggi.

Vista di Piazza del Plebiscito a Napoli

Piazza del Plebiscito – 80132 Napoli

4

Galleria Borbonica, in zattera nel sottosuolo

Avventurarsi a bordo di una zattera per immergersi in un viaggio nel passato tra le antiche cisterne del ‘500 e del ’600 e i cunicoli utilizzati come ricovero bellico.

È uno dei vari percorsi che è possibile scegliere per attraversare alcuni dei cunicoli della Galleria Borbonica, un percorso sotterraneo che parte dalla collina di Pizzofalcone fino al quartiere San Ferdinando. Il tragitto, chiamato “Percorso Avventura”, inizialmente parte a piedi e conduce in una cisterna del 1400 attraverso un antico cunicolo in cui si possono ammirare lavorazioni idrauliche e croci legate al lavoro del Pozzaro. Dopo poco si raggiunge una seconda cisterna sul cui fondo inizia una falda acquifera che conduce alla zattera.

A bordo di questa originale imbarcazione si risalirà la Galleria Borbonica fino ad uno scavo dell’800 dove si possono ancora leggere le frasi incise nel muro da chi si riparava in quelle cavità durante la Seconda Guerra Mondiale.

Interno della Galleria Borbonica a Napoli

Vico del Grottone, 4 – 80132 Napoli

5

Passeggiata sul Lungomare, la più bella del mondo

Lasciarsi trasportare dalla bellezza del Lungomare di Napoli e dal panorama unico al mondo che offre la passeggiata.

È un percorso lungo 3 km che parte da via Nazario Sauro e finisce a Mergellina ed inesorabilmente si resta senza fiato da ciò che si può ammirare in ogni passo. Lo sguardo è immediatamente attirato dall’imponenza del Vesuvio che osserva il Golfo dall’alto, dall’isola di Capri che si staglia sullo sfondo, dal Castel dell’Ovo che sorge in mezzo al mare rendendo il paesaggio ancora più romantico e completa il tutto il promontorio di Posillipo. Una vista che solo Napoli può offrire perché fonde con perfetto equilibrio la meraviglia della natura con bellissime opere realizzate dall’uomo.

L’altro versante del Lungomare è ricco di bar, ristoranti e locali in cui potersi rilassare ed è costeggiato in parte dalla Villa Comunale, fatta realizzare da Ferdinando IV di Borbone.

Lungomare di Napoli dall'alto

Da Via Nazario Sauro a via Mergellina – 80132 Napoli

6

L’ultimo capolavoro di Caravaggio

Ammirare “Il Martirio di Sant’Orsola” l’ultima opera di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, realizzato a Napoli poche settimane prima di morire.
È custodito al Palazzo Zevallos Stigliano, ma fino al 23 luglio 2017 si troverà al Metropolitan Museum of Art di New York per uno “scambio illustre”. Infatti, al suo posto, nella sala del Palazzo, c’è un altro Caravaggio che ritrae I Musici.

Il Martirio di Sant’Orsola fu commissionato dal banchiere genovese Marcantonio Doria ed è un quadro che ritrae il momento della morte della Santa, discostandosi dalla iconografia tradizionale in cui Sant’Orsola è ritratta in compagnia di alcune vergini. Nel dipinto si può ammirare la maestria di Caravaggio nel raffigurare l’attimo in cui Attila, rifiutato dalla donna, la trafigge con una freccia, mentre tre barbari la soccorrono.

Si può notare il tipico gioco di luci ed ombre del Caravaggio, sempre perfetto, ed anche un particolare molto originale: l’autore ha raffigurato se stesso alle spalle di Sant’Orsola con un’espressione di dolore.

Martirio di Sant'Orsola di Caravaggio

Palazzo Zevallos Stigliano, via Toledo 185 – 80132 Napoli

7

La pizza fritta, un’imperdibile specialità

Gustare la più prelibata specialità partenopea nata proprio a Napoli, preparata dalle mogli dei pizzaioli, con gli avanzi degli impasti, nei loro “bassi” per sfamare i poveri del quartiere.

La sua storia rappresenta perfettamente la creatività dei napoletani nei momenti di bisogno e povertà, ma anche la loro generosità. Infatti, questo gustoso prodotto è nato ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui anche permettersi una pizza cotta nel forno a legna era economicamente insostenibile. Per questo motivo, le mogli dei pizzaioli diedero vita alla tradizione della “pizza a otto” che consisteva nel mangiare la pizza fritta al momento e di pagarla dopo 8 giorni, il tempo necessario a racimolare il danaro necessario.

Ecco che, con ciò che avanzava dagli impasti dei pizzaioli, le donne friggevano le loro pizze per venderle fuori alle case.

Pizza fritta napoletana

8

Salite, rampe e calate, su e giù per le Scale di Napoli

Scendere e salire dalle zone alte della città fino al centro storico e al mare senza utilizzare mezzi pubblici, ma percorrendo antiche scale del ‘500 ammirando panorami mozzafiato.

L’insieme delle scale di Napoli consiste in una serie di antichi percorsi pedonali che il popolo usava per raggiungere il centro ed il litorale dalle colline e viceversa. Sono gradinate e rampe che si trovano in diverse zone della città ed oggi sono al pari di monumenti, considerati veri e propri capolavori urbanistici.
Tra le più famose ci sono la Pedamentina con 414 scalini che uniscono la Certosa di San Martino nel Vomero con il Corso Vittorio Emanuele; le Rampe del Petraio che collegano il Corso V.E. ad un’altra zona presso la collina di San Martino; la Calata San Francesco che dal Vomero arriva a Via Tasso.

Ma ci sono ancora altre scalinate molto importanti in città e percorrerle consente di scoprire dettagli di Napoli altrimenti difficili da notare e di passeggiare con tranquillità isolati dal caos.

Scale della Pedamentina a Napoli

Pedamentina: Via Pedamentina S. Martino N. 33, 80126 Napoli | Petraio: Salita Petraio, 80127 Napoli | Calata S.Francesco: da via Belvedere (Vomero) a via Tasso

9

Cimitero delle Fontanelle, tra le “anime pezzentelle”

Adottare una “capuzzella” per ricevere una grazia in questo suggestivo ossario che raccolse i morti di peste e colera dal ’600. E imbattersi nel teschio di Donna Concetta, detto “’a capa che suda”.

Il Cimitero delle Fontanelle raccoglie oggi circa 40000 resti umani di vittime di pestilenze e, nei secoli, intorno a queste ossa, in particolare ai teschi (capuzzelle), è nato il famoso rito delle anime pezzentelle. I napoletani, infatti, hanno un legame molto profondo con il mondo dei defunti e in questo cimitero richiedevano una grazia ad una capuzzella che decidevano di adottare, promettendo in cambio di averne cura. Ancora oggi qualcuno segue questo rituale ed alcune capuzzelle sono diventate famose, come la già citata Donna Concetta ed il teschio del Capitano.

Capuzzelle nel Cimitero delle Fontanelle a Napoli

Via Fontanelle, 80 – 80136 Napoli

10

La sfogliatella, il dolce di Napoli

Assaporarla nelle due versioni, riccia o frolla, ma rigorosamente bollente, appena sfornata, e con una spolverata di zucchero a velo qualche attimo prima di essere servita.

La storia della sfogliatella ha radici nel ‘600, nel monastero di Santa Rosa, nei pressi di Conca dei Marini in Costiera Amalfitana ed è nata un po’ per caso, come capita spesso con i prodotti che entrano nella tradizione gastronomica di un paese. Si dice che una monaca di clausura, avendo notato della semola cotta nel latte avanzato, decise di non buttarla e di unirvi frutta secca, zucchero e liquore al limone, creando una farcia. Il ripieno lo inserì in due sfoglie di pasta preparate con lo strutto a cui diede la forma di un cappello da monaco.

La sfogliatella arrivò a Napoli solo nell’800 grazie all’allora oste Pintauro, i cui discendenti oggi sono rinomati per le migliori sfogliatelle in città.

Sfogliatelle ricce di Napoli

11

Parco del Pausilypon, un Paradiso in terra

Scoprire che a Coroglio esiste un vero angolo di Paradiso, con i resti di un’antica villa e due teatri romani costruiti in armonia con la natura che al tramonto lasciano senza fiato.

Il Parco Archeologico del Pausilypon si trova tra al Gaiola e la Baia di Trentaremi ed il suo nome significa “sollievo dal dolore”. Infatti, non si può non trovare la pace dei sensi in questa oasi in cui, nel I secolo a.C, il cavaliere Publio Vedio Pollione decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Successivamente, la villa divenne residenza imperiale di Augusto.

Vi si accede attraversando l’imponente Grotta di Seiano, scavato dai romani e rinforzata secoli dopo da Ferdinando II di Borbone, per giungere poi al parco archeologico in cui si possono ancora ammirare i resti della villa imperiale, parte dell’antico teatro che conteneva 2000 posti e l’Odeion in cui si tenevano spettacoli di canto e teatro. Dai belvedere del parco, a picco sul mare, si possono ammirare dall’alto la Gaiola e lo splendido panorama sul mare, magnifico al calare del sole.

Parco Archeologico del Pausilypon

L’ingresso è dalla Grotta di Seiano, Discesa Coroglio 36 – 80123 Napoli

12

Il caffè, un vero e proprio rituale

Bere il caffè, rito quasi religioso da seguire in tutta calma ed un momento di socialità irripetibile.

A Napoli si beve uno dei migliori caffè del mondo, non solo per la bontà della bevanda, ma anche perché si tratta di un vero e proprio attimo di relax arricchito dalla convivialità dei napoletani. È sufficiente entrare in un bar della città per essere avvolti da un aroma irresistibile e per capire immediatamente quali sono i passaggi da seguire per gustare un ottimo caffè.

Sono due gli accorgimenti imprescindibili: tazza calda e caffè rigorosamente bollente. Inoltre, ogni barista vi offrirà un bicchiere di acqua insieme alla tazzina e sarà necessario berne qualche sorso per poter gustare a pieno il caffè. E ricordate, va bevuto con pochissimo zucchero.

Caffè espresso a Napoli

13

Museo Archeologico Nazionale, un viaggio nella storia

Passeggiare tra millenni di storia al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Tra i più importanti musei archeologici al mondo per quanto riguarda la collezione di oggetti di epoca romana, è un passaggio obbligato per chi vive in città o arriva in visita per qualche giorno. Le sue collezioni principali sono quella Farnese con ritrovamenti provenienti da Roma e dintorni, quella Pompeiana con resti dell’area vesuviana e quella Egizia, la più antica collezione al mondo e la seconda più grande d’Italia dopo quella di Torino.
Passeggiando tra le sue sale si resterà affascinati anche dalle grandi sculture, tra cui spiccano l’Ercole Farnese che ispirò anche Michelangelo; il Toro Farnese, il più grande gruppo di statue arrivato a noi dall’antichità e l’Atlante Farnese, che mostra Atlante sorreggere il globo terrestre.

Imperdibile anche il Salone della Meridiana che prende il nome dalla meridiana del 1791 che attraversa tutto il pavimento e ancora oggi funziona.

Atlante Farnese al Museo Archeologico di Napoli

Piazza Museo, 19, 80135 Napoli

14

Museo e Real Bosco di Capodimonte

Visitare il Museo ed il Real Bosco di Capodimonte immergendosi completamente nell’arte, nella storia e nella natura.

Il Museo si trova nella Reggia di Capodimonte ed ospita soprattutto quadri che si dividono in tre collezioni principali. La collezione Farnese contiene, tra le altre, opere di Raffaello, Tiziano, quadri della scuola fiamminga e reperti ritrovati nelle Terme di Caracalla; nella Galleria Napoletana ci sono disegni, sculture e arazzi di artisti napoletani dal XIII al XVII secolo; nella Galleria di Arte Contemporanea spicca il Vesuvius di Andy Warhol.

Uscendo dal Museo non si può non dedicarsi ad una passeggiata nel Real Bosco antistante la Reggia e camminare tra le sue 400 varietà di alberi secolari, coltivazioni di alberi da frutta, statue, finte rovine, giardini ed edifici usati un tempo dai sovrani. Un percorso nella natura incontaminata ed in pieno relax.

Museo di Capodimonte: Via Miano, 2 – 80137 Napoli | Bosco di Capodimonte: Via Miano, 4 – 80137 Napoli

15

Museo Ferroviario di Pietrarsa, tra affascinanti treni d’epoca

Viaggiare nel tempo tra le antiche locomotive del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa.

Il Museo si trova a Portici ed ospita treni storici realizzate dal 1845 grazie ad un editto del Re Ferdinando II di Borbone. Un tempo vi passava la Napoli-Portici, la prima ferrovia italiana, ed oggi è possibile ammirare bellissimi treni d’epoca nei suoi 7 padiglioni.
Le sale contengono locomotive a vapore, locomotive a corrente continua, locomotive elettriche trifase, elettromotrici, locomotori diesel e carrozze passeggeri. Un pezzo imperdibile è il treno Reale costituito da 11 vagoni e realizzato per il matrimonio di Umberto II di Savoia con Maria José del Belgio nel 1929.

È un luogo molto affascinante che attesta una delle eccellenze della nostra storia e testimonia l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e la macchina nei secoli.

Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa a Portici

Traversa Pietrarsa – 80146 Napoli