Spinaci avvelenati a Napoli, da dove è arrivata la mandragora?

Pianta e foglie di mandragola

Tra dieci e dodici il numero degli intossicati da mandragora, di cui uno grave e con una polmonite, all’ospedale di Pozzuoli, dove da ieri giovedì 6 ottobre 2022, dopo le notizie dei primi avvelenamenti, è scoppiata una vera e propria psicosi da spinaci freschi.

Dopo l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, anche il Comune di Napoli ha messo in guardia i consumatori, invitandoli a non consumare spinaci freschi e a preferire quelli surgelati fino a quando non sarà rientrata l’emergenza.

Non consumate spinaci freschi, solo surgelati

Comune di Napoli

La mandragora, venduta come spinaci freschi, a quanto sembra sarebbe arrivata dall’Abruzzo, più precisamente dalla Marsica, e sarebbe stata poi distribuita a tutti i supermercati del territorio campano (inclusi quelli di Marina di Procida e Quarto) dal CAAN di Volla, il centro agroalimentare di proprietà del comune di Napoli.

Ad affermarlo è Fanpage in un articolo di approfondimento sulle origini della mandragola.

È stato identificato l’operatore da cui è partito il lotto sospetto di spinaci avvelenati

Il CAAN di Volla, in una nota inviata a mezzo stampa, ha già fatto sapere di essere riuscito a identificare l’operatore abruzzese da cui è partita la mandragora, poi venduta come spinaci, e di aver avviato una campagna di ritiro su larga scala da tutti i supermercati campani.

Il centro agroalimentare non esclude che possano esserci stati altri casi di intossicazione oltre ai 10 accertati e che, di questi, molti potrebbero non essersi recati in Pronto Soccorso perché colpiti da sintomi lievi.

Unendosi agli appelli già lanciati dai sindaci del territorio napoletano e anche salernitano, il CAAN ha inoltre invitato i consumatori, in via precauzionale, a non consumare spinaci freschi, in quanto è sufficiente una piccola contaminazione da mandragora a un lotto di spinaci freschi “buoni” per sviluppare i sintomi di un avvelenamento.

Come stanno gli intossicati?

A parte il 46enne, che è ancora ricoverato in prognosi riservata all’Ospedale San Giuliano di Giugliano, gli altri intossicati sono in via di miglioramento.

Tra questi c’è anche un 85enne, le cui condizioni non destano più preoccupazioni.

I sintomi riscontrati negli intossicati sono i più comuni da avvelenamento da mandragora e vanno dalla gastroenterite ai dolori addominali e intestinali forti, passando per il vomito, la perdita di coscienza, lo sbandamento e le allucinazioni.

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Scritto da Francesca Orelli
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