Vittorio Sgarbi VS polizia svizzera: è polemica, ecco cos’è successo

Vittorio Sgarbi contro la polizia svizzera

Paese che vai, usanza che trovi: un concetto che, a quanto pare, per Vittorio Sgarbi è sconosciuto. Tornando dal Festival Internazionale del Film di Locarno, arrivato alla dogana di Chiasso-Brogeda, il critico d’arte ha usato il lampeggiante prioritario…che però in Svizzera è concesso soltanto ai mezzi di emergenza come pompieri, ambulanze e polizia. Multa di 500 euro per lui, ma il “fan delle capre” continua la bagarre sulla stampa italiana e su Facebook, fino ad arrivare a uno scontro diretto con il Consigliere di Stato Norman Gobbi.

Un famoso detto popolare recita “Paese che vai, usanza che trovi”…un concetto che, a quanto pare, Vittorio Sgarbi non conosce.

Mentre stava tornando dal Festival Internazionale del Film di Locarno, il critico d’arte, arrivato alla dogana di Chiasso-Brogeda, per superare una colonna di auto in attesa di uscire verso l’Italia ha pensato bene di mettere su il lampeggiante prioritario…credendo che fosse valido anche in Svizzera.

Pizzicato dalle guardie di confine svizzere, Sgarbi, per la sua “bravata”, ha dovuto pagare 500 euro di multa…e ritenendo di essere stata vittima di un abuso, appena rientrato in Italia, si è scagliato in un video contro la polizia svizzera (poi cancellato), definendola, prepotente e bugiarda, e promettendo a gran voce che non avrebbe più messo piede in terra elvetica.

Vittorio Sgarbi e la risposta del Consigliere di Stato Norman Gobbi alla bagarre

Il Consigliere di Stato Norman Gobbi, che nel Canton Ticino è anche il responsabile della gestione della polizia svizzera e della sicurezza del territorio, vedendo messo in cattiva luce l’operato delle guardie di confine svizzere sulla stampa italiana, ha scritto sul suo profilo Facebook ufficiale:

“Le regole sono regole per tutti. Questa è la Svizzera e il Canton Ticino signor Sgarbi, dove i deputati non hanno “auto blu” e men che meno dotate di lampeggianti prioritari, privilegio concesso solo agli enti di pronto intervento che sono – loro e non Ella – al servizio della comunità tutta. L’educazione è anche saper ammettere quando si sbaglia, senza giudicare ingiustamente un Paese, che, per fortuna, funziona. Buon tutto.”

Anche davanti all’evidenza di aver infranto la legge di un Paese straniero, e di aver sbagliato, Vittorio Sgarbi ha continuato la querelle, arrivando a scrivere delle dure parole contro Gobbi:

“Il signor Gobbi vuole dare una lezione, ma sbaglia indirizzo. Le responsabilità sono individuali, ed evidentemente il signor Gobbi vuole dirmi che ha sbagliato il mio agente di pubblica sicurezza che ha ritenuto di fare il suo dovere. Anche in Italia i deputati non hanno auto blu e “lampeggianti prioritari”, ma alcuni magistrati o sindaci o altri rappresentanti, minacciati dalla mafia, hanno una tutela, stabilita dal Ministero dell’Interno, e conseguenti dispositivi di sicurezza, che non dipendono dalla loro volontà. Per non averli più avuti, Marco Biagi è stato ucciso. Difficile capirlo per chi, per attaccare me, come persona nota, esattamente come fa la mafia, rimprovera il mio agente che, al di là dei confini, ha fatto il suo dovere, non per mia richiesta. Anche il suo amico Salvini è scortato. Si tratta di sicurezza, non di privilegi. Il signor Gobbi equivoca anche per la pubblica sicurezza, quando dice che “i lampeggianti sono un privilegio concesso solo agli enti di pronto intervento”. Ma va là! Non sono un privilegio, tanto meno mio, ma uno strumento di tutela per chi è esposto e per chi è minacciato, e per intervenire se necessario. Il signor Gobbi lo scambia per un optional, per un mio divertimento. Per lui anche la mafia è un optional, che si ferma al confine con la Svizzera. E il mio agente, offeso dalla sua polizia che non vede pericoli a cento metri dall’Italia, un elettricista che si diverte con le luci. La polizia cantonale ha considerato solo le regole astratte, e non le ragioni del rispetto e della tutela per chi rappresenta un paese amico, ed è venuto come ospite per un festival diretto da un italiano, dove gli artisti hanno le priorità per quello che sono e rappresentano. Io, in Italia, il signor Gobbi, con o senza lampeggianti di un agente, l’avrei ospitato e onorato.”

Vittorio Sgarbi a Controcorrente racconta la sua disavventura in Svizzera, ma non tutti gli danno ragione

Non contento, Vittorio Sgarbi non solo ha tirato di mezzo l’Ambasciata italiana, chiedendo di essere difeso da quello che a detta sua era un sopruso, ma ha anche rincarato la dose a Controcorrente, dove ha raccontato la disavventura.

Peccato però (e per fortuna) che non tutti la pensano come lui: molti italiani, intervendo nei commenti sul profilo ufficiale di Norman Gobbi, hanno scritto che le guardie di confine svizzere hanno fatto bene a multarlo e che in Italia i parlamentari godono davvero di troppi privilegi.

Un utente, commentando la vicenda, ha anche scritto:

“Ci trattano per quello che mostriamo al mondo. Mafiosi, corrotti e venduti grazie a voi parlamentari che non sapete far valere un paese di meraviglie come l’Italia. E così ci rimettiamo tutti.”

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Image credits: profilo Instagram Vittorio Sgarbi (@vittoriosgarbi)
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Scritto da Francesca Orelli
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