Nintendo porta Zelda a Napoli con edicole votive. Dove, foto e video

Zelda al Rione Sanità

Nei quartieri di Rione Sanità, Fuorigrotta e Centro Storico di Napoli, sono state installate recentemente delle particolari edicole votive, dedicate a uno dei personaggi femminili più iconici del mondo videoludico: la Principessa Zelda, protagonista dell’omonima serie di videogiochi Nintendo. Queste opere sono state realizzate in vista dell’imminente lancio di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, disponibile dal 12 maggio per Nintendo Switch e Switch Oled.

L’arte urbana partenopea incontra il mondo dei videogiochi

Le edicole votive di Zelda rappresentano una curiosa interpretazione dell’arte urbana napoletana e sono frutto della collaborazione tra gli artisti Zeal Off e They Live. Questi ultimi avevano già ottenuto notorietà nel 2021 con gli stencil della scritta “Napoli” destrutturata di Mc Connell, realizzati a 35 anni dagli originali su iniziativa della Fondazione Napoli Novantanove di Mirella Barracco.

Le edicole votive si ispirano agli altarini tipici della città, alcuni a sfondo religioso e altri meno, come quelli dedicati a Diego Armando Maradona. Le installazioni ritraggono l’immagine della principessa e sono state inaugurate in concomitanza con il Comicon Napoli, in programma presso la Mostra d’Oltremare dal 28 aprile al 1 maggio.

Zelda: simbolo di luce, saggezza e speranza

La scelta di Zelda come soggetto delle edicole votive è legata al suo ruolo di simbolo di luce, saggezza e speranza. Presente fin dal debutto della saga nel 1986 su Nintendo Entertainment System, la principessa ha riacquistato popolarità grazie al successo di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, uscito nel 2017 e divenuto uno dei titoli più apprezzati sulla piattaforma Switch.

A distanza di sei anni, è in arrivo il sequel The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, che introdurrà una nuova dinamica di gioco incentrata sull’esplorazione di terre fluttuanti sopra il regno di Hyrule.

fonte: wired.it
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Scritto da desiree.catani
Fonte immagine: wired.it
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