Pastiera napoletana, perché deve avere 7 strisce? Non è così.

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Da anni ormai gira quella che, di fatto, nulla è se non una fake news relativamente, pare assurdo a dirlo figuriamoci a leggerlo, le pastiere napoletane.

Il dolce napoletano tipico della tradizione pasquale e così antico da esser profondamente radicato nella cultura partenopea, a quanto pare è diventato vittima di una notizia fasulla che, ormai già da vari anni, continua a girare e ad essere diffusa come se fosse un assunto storico, una tradizione assolutamente intoccabile.

Di che parliamo? Della quantità di strisce da posizionarsi sulla pastiera.

Sì, ci riferiamo proprio alla “griglia” di impasto presente sulla pastiera, quella che è quasi una firma quanto il grano. Secondo una credenza popolare diffusasi “grazie a internet” le strisce in questione dovrebbero essere esattamente 7.

Sette. Non otto, non sei, ma sette.

Perché devono essere sette le strisce sulla pastiera?

Secondo la credenza le strisce devono essere sette come riferimento ai “3 decumani e 4 cardini dell’antica città greca”.
Ma siamo sicuri che sia così?

Gli errori dietro questa narrazione

L’errore più evidente è quello relativo al numero delle strade, dato che la realtà non corrisponde a quanto affermato dalla tesi.

Che cosa sono i cardini?

I cardini non sono altro che le antiche strade che tagliavano quelle principali di Napoli, ovvero i decumani, il nome oltretutto in realtà è scorretto perché andrebbero chiamate stenopoi e non “cardini”.

I Decumani di Napoli sono 3:

  • Decumano superiore
  • Decumano maggiore
  • Decumano inferiore

I cosiddetti cardini sono.. beh, decisamente più di 4.
Basta scendere in strada per i decumani e vedere quante stradine si incontrano.

Che cosa dicono la ricette storiche della pastiera

Per fortuna non è necessario essere degli storici per accedere alle ricette antiche della cultura partenopea, inoltre molti strumenti online ci vengono incontro e tra questi troviamo Google Libri che ci consente di consultare tomi antichi comodamente da casa.

Tra questi troviamo, ad esempio, “Cucina teorico-pratica” di Ippolito Cavalcanti del 1839.
Un libro autorevolissimo che riporta tantissime ricette storiche napoletane.

In merito alla pastiera il Cavalcanti riporta quanto segue:

Ricetta della pastiera di Ippolito Cavalcanti
Ippolito Cavalcanti

Come chiaramente si può evincere, non c’è alcun riferimento alle 7 strisce, ma anzi si suggerisce semplicemente di fare una “griglia di pasta” da porre sulla parte superiore.

Cosa dice la letteratura più recente

Seeds Proceedings of the Oxford Symposium on Food and Cookery

In “Seeds Proceedings of the Oxford Symposium on Food and Cookery” è presente uno studio approfondito sul simbolismo dietro alla pastiera, anche dal punto di vista religioso, e all’origine del suo nome.

Nonostante si tratti di un lavoro certosino e molto approfondito non risulta alcun riferimento alle 7 strisce, se fosse una tradizione così radicata perché non avrebbero dovuto citarla?

La pastiera. La vera ricetta è quella di casa mia!

Il problema delle “sette strisce” è stato approfondito anche da Stanislao Porzio in “La pastiera. La vera ricetta è quella di casa mia!”, il quale afferma:

è disposto anche a credere alle favole. L’ultima riguarda la griglia disegnata dalle strisce di pasta frolla sul ripieno del dolce. Da qualche anno sul web si è diffusa la voce che dovessero essere sette. Mezza città ha abboccato. Il perché più gettonato è che ripeterebbero numero e tracciati dei plateai/stenopoi (decumani/cardi) della Napoli greca. Falso, perché i plateai sono tre ma gli stenopoi sono molti più di quattro. E falsa tutta la storia del numero obbligato, inventata nel 2016

Stanislao Porzio

A Napoli si mangia così

Nel libro “A Napoli si mangia così” di Vittorio Gleijess del 1977 non c’è alcun riferimento alle “7 strisce” ma si riporta una distanza consigliata, ovvero

Schermata da strisce di pasta larghe circa 2 cm a griglia […] lasciando tra l’una e l’altra circa 3cm.

Vittorio Gleijess

Insomma si tratta di una bufala, ritirata anche dai suoi autori dopo che Angelo Forgione li sollecitò in tal senso, a cui per motivi sconosciuti molti napoletani sono ancora legati.

Vai a capire perché.

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Scritto da Gennaro Marchesi
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