Chi è Elly Schlein, la nuova leader del PD: l’anti-Meloni

Elly-Schlein
Fonte immagine: profilo instagram @sensodellostato

Elly Schlein è la nuova leader del Partito Democratico italiano, dopo aver sconfitto Stefano Bonaccini alle primarie per la segreteria del partito. Nata nel 1985 a Lugano, da genitori accademici, ha studiato a Bologna presso il DAMS e poi in Giurisprudenza. È dichiaratamente bisessuale.

Sin da giovane, Elly è stata una persona dalla personalità molto eclettica: da nerd appassionata di videogiochi come Monkey Island, cinefila e grande amante dell’indie-rock americano, fino a diventare per due volte volontaria negli Stati Uniti per la campagna elettorale di Barack Obama.

La famiglia d’origine

Dietro ogni grande leader c’è, spesso, una grande famiglia, e quella di Schlein non fa eccezione.

Il padre di Elly, al momento della sua nascita, era professore emerito di scienza della politica e storia presso la Franklin University di Lugano. La madre, invece, era professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria. La famiglia di Schlein è stata sempre molto legata alla politica e alla giustizia. Suo zio, Agostino Viviani, fu senatore del Partito Socialista Italiano e presidente della Commissione Giustizia del Senato. Inoltre, dal 1994 al 1998, fu membro laico del Consiglio superiore della magistratura (CSM) in quota Forza Italia.

Ma la famiglia di Elly Schlein è molto numerosa e ben radicata nella cultura italiana. Suo fratello maggiore è Benjamin Schlein, un matematico di grande successo nato nel 1975. Ha conseguito il dottorato presso l’Università di Stanford e ha svolto la sua carriera accademica presso numerose università di prestigio, tra cui l’Università di Cambridge.

La sorella di Elly, Susanna Schlein, è invece impegnata nella carriera diplomatica e nel servizio pubblico. Attualmente, ricopre la posizione di primo consigliere diplomatico all’Ambasciata italiana ad Atene, dopo aver lavorato come ex-capo della cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Tirana.

La sua carriera politica

La sua carriera politica inizia nel 2013, quando anima il movimento di protesta “Occupy Pd”, nato contro i 101 franchi tiratori che avevano fermato la corsa di Romano Prodi verso il Quirinale. Nel 2014, viene eletta al Parlamento europeo nel Nord Est con oltre 50mila preferenze. Nel 2015 aderisce a Possibile, ma nel 2019 rompe il sodalizio con Pippo Civati e inizia a muoversi da sola. Nel 2020 diventa vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, candidata nella lista “Emilia-Romagna Coraggiosa” che non arriva al 4%, ma che le fa ottenere oltre 22mila preferenze su tre province, grazie anche al sostegno delle Sardine e di Vasco Errani.

Dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti dalla segreteria del Pd, Schlein lancia l’appello alla galassia della sinistra: “Diamoci un appuntamento”, specificando che “la soluzione non è rientrare in un Pd in grande confusione”. Alle Politiche sceglie di correre col Pd in Emilia-Romagna, blindata nel listino proporzionale, vestendo i panni dell’anti-Meloni.

La vittoria grazie alle primarie aperte

La nuova segretaria eletta è la prima donna e la più giovane di sempre. Ha battuto il favorito Stefano Bonaccini, che aveva conquistato la maggioranza dei voti tra gli iscritti al partito. Ma il voto degli iscritti non è stato l’unico fattore determinante, poiché le primarie erano aperte anche ai non iscritti, e la Sabatini ha saputo conquistare l’appoggio di un vasto pubblico, dimostrando grande carisma e abilità comunicativa.

Il suo coming out assolutamente spontaneo

Elly Schlein ha fatto coming out in diretta televisiva nel nuovo talk show di Daria Bignardi sul Nove, L’Assedio. Schlein, che si è sempre detta riservata sulla sua vita privata, ha risposto senza esitazione alla domanda della conduttrice sulla sua situazione sentimentale. La Schlein ha affermato di essere felicemente fidanzata con una ragazza, dopo aver avuto relazioni sia con uomini che con donne in passato.

La decisione della Schlein di fare coming out in diretta nazionale rappresentò un momento importante per la comunità LGBT+ italiana, che continua a lottare per ottenere una maggiore rappresentanza politica. Ancor di più oggi che è leader del PD.

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Scritto da Andrea Navarro
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