Basi NATO americane in Italia. Quali sono le più importanti e dove si trovano

La recente operazione “Midnight Hammer”, con cui gli Stati Uniti hanno colpito obiettivi nucleari in Iran, ha riacceso i riflettori sulla presenza militare americana nel mondo, in particolare in Europa e in Italia. Con il rischio di escalation tra Israele e Iran, molte forze politiche e cittadini si chiedono quale sia il ruolo delle basi USA sul territorio europeo e se esistano reali pericoli per quelle presenti nel nostro Paese. La rete militare statunitense, articolata e strategicamente diffusa, si estende dal Mediterraneo al Baltico, con funzioni che vanno dal supporto logistico all’intelligence fino al comando operativo.
Quali sono le basi USA in Italia e dove si trovano?
L’Italia ospita alcune delle più rilevanti basi militari americane in Europa, frutto di un accordo bilaterale con Washington siglato nel 1951. Le installazioni statunitensi nel nostro Paese sono circa 120, anche se molte sono di supporto e alcune non ufficialmente riconosciute. Tra le più importanti:
- Sigonella (Sicilia): soprannominata “portaerei del Mediterraneo”, è un hub strategico per l’aviazione e l’intelligence USA, soprattutto nel teatro africano e medio-orientale. Ospita droni MQ-9 Reaper e supporta il comando AFRICOM.
- Aviano (Friuli Venezia Giulia): base aerea con il 31º Fighter Wing e caccia F-16. Funziona anche come deposito di armi nucleari e supporta missioni USA in diversi scenari globali.
- Ghedi (Lombardia): deposito nucleare sotto controllo italiano, dove si troverebbero fino a 20 bombe B61. La base ospita anche il 6º Stormo.
- Camp Darby (Toscana): principale deposito munizioni USA in Europa, con oltre 100 bunker contenenti bombe, missili e proiettili di artiglieria. La pista non supporta il decollo dei bombardieri B2.
- Napoli e Gaeta (Campania e Lazio): sedi della Marina americana, ospitano il comando della Sesta Flotta USA e diversi centri logistici.
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Quali sono le principali basi americane in Europa?
La Germania continua a essere il Paese con il maggior numero di basi USA, con oltre 36.000 militari distribuiti in località strategiche come Ramstein, Spangdahlem e Stoccarda, sede dell’EUCOM e AFRICOM. Seguono:
- Italia: circa 12.000 soldati USA.
- Regno Unito: circa 9.000 unità, presenti nelle basi RAF Lakenheath, Mildenhall e Fairford.
- Spagna: basi navali a Rota e aeree a Moron, con circa 3.000 militari.
- Turchia: base strategica di Incirlik, cruciale per il controllo della regione mediorientale.
- Polonia: presenza aumentata negli ultimi anni con circa 4.500 truppe, per deterrenza sul fronte orientale.
Complessivamente, il numero di truppe USA in Europa varia tra 65.000 e 105.000, a seconda delle rotazioni e delle esercitazioni. Le strutture operative sono interoperabili con la NATO, per garantire coordinamento e risposta rapida.
Quali funzioni hanno le basi USA?
Le installazioni americane in Europa assolvono a molteplici funzioni:
- Difesa avanzata e deterrenza sul fianco orientale dell’Alleanza
- Addestramento congiunto con gli eserciti dei Paesi ospitanti
- Deposito e logistica per armi, carburanti e munizioni
- Rilevamento radar, sorveglianza e intelligence
- Comando operativo per le missioni della NATO e dell’esercito USA
Alcune basi, come Büchel in Germania, custodiscono bombe nucleari; altre, come Napoli, coordinano le operazioni navali nell’area mediterranea. Esistono anche basi specializzate nella difesa sottomarina (La Spezia) o nel supporto tecnico-logistico (Motta di Livenza).
Le basi USA possono essere usate liberamente dagli Stati Uniti?
Secondo la convenzione bilaterale tra Italia e Stati Uniti del 1951, l’utilizzo delle basi USA richiede una comunicazione e autorizzazione preventiva da parte del governo italiano. Come ha ricordato il ministro Crosetto, gli USA non possono agire autonomamente da territorio italiano in operazioni militari straordinarie, se non previo accordo politico con Roma. Ciò non vale per missioni già approvate in ambito NATO o per attività di routine.
Le basi americane in Italia sono a rischio dopo l’attacco all’Iran?
Secondo analisti internazionali, il rischio che l’Iran estenda il conflitto verso l’Europa è attualmente basso. Una rappresaglia diretta contro basi in Italia o Germania comporterebbe una risposta della NATO, e dunque una escalation globale. L’ipotesi più accreditata resta quella di attacchi mirati a obiettivi USA in Iraq o Siria, tramite milizie alleate di Teheran. Nonostante ciò, le misure di sicurezza in Italia sono state rafforzate: a Sigonella e Aviano il livello d’allerta è salito da Bravo a Charlie, in previsione di possibili minacce indirette.