Vaiolo delle scimmie, nessuna paura: cos’è, sintomi, come ci si contagia e protegge

Laboratorio scientifico
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In questi giorni si parla molto di una malattia che sta colpendo anche l’uomo, seppur con casi davvero sporadici al momento, e che generalmente infetta le scimmie. Stiamo parlando del vaiolo delle scimmie, una malattia tipica di questo animale che però può effettuare il passaggio all’uomo, come è accaduto in questo periodo.

In ogni caso cominciamo subito col dire che la situazione non è preoccupante e che questo tipo di vaiolo, rispetto a quello umano, è molto meno contagioso e la mortalità è bassa.

In Europa e nel mondo, compresa l’Italia, sono stati rilevati alcuni casi, ma non sono gravi. Inoltre, si tratta di un virus che conosciamo bene e sicuramente sapremo come affrontare.

Ma cosa sappiamo attualmente di questa malattia? Quali sono i sintomi? Come ci si contagia? Esiste una cura? Cerchiamo di fare chiarezza.

Cos’è il vaiolo delle scimmie o monkeypox

Secondo quanto pubblicato in un comunicato dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), si tratta di un’infezione provocata da un virus appartenente alla famiglia del vaiolo, ma da quest’ultimo si differenzia di molto per la sua minore contagiosità e per la minore gravità rispetto al vaiolo umano. Come accennato, è diffuso soprattutto tra le scimmie, ma anche tra i piccoli roditori, specialmente in Africa.

Sappiamo che esistono due famiglie di virus del vaiolo delle scimmie: una in Africa Occidentale ed una nel bacino del Congo, cioè in Africa Centrale. 

Come si trasmette il virus

Questo virus si può trasmettere dall’animale in questi modi:

  • attraverso la saliva ed altri liquidi dell’animale;
  • con il contatto diretto con l’animale, ad esempio tramite lesioni cutanee.

È possibile anche il contagio tra umani:

  • tramite saliva;
  • tramite droplets, cioè le goccioline di saliva esalate;
  • con altri fluidi corporei;
  • con i rapporti sessuali;
  • toccando lesioni cutanee.

Qual è il periodo di incubazione

L’OMS ha dichiarato che il periodo di incubazione del virus è mediamente di 12 giorni (da 7 a 21 giorni). Quindi significa che circa 12 giorni dopo il contatto con il virus, la malattia si può manifestare con i sintomi che indichiamo di seguito.

Quali sono i sintomi

Questa malattia si manifesta con vari sintomi nell’uomo:

  • febbre;
  • cefalea;
  • dolori muscolari;
  • linfonodi gonfi;
  • stanchezza;
  • diverse manifestazioni cutanee quali vescicole, croste, pustole che possono essere pruriginose e dolorose.

E i vaccini?

Sempre secondo quanto letto nel comunicato dell’ISS, chi è stato vaccinato contro il vaiolo può essere a minor rischio di infezione. Ricordiamo che il vaccino contro il vaiolo è stato abolito in Italia ne 1981.

I non vaccinati, non avendo anticorpi per il vaiolo, potrebbero contagiarsi più facilmente. La similitudine tra vaiolo e monkeypox, cioè il vaiolo delle scimmie, potrebbe far sì che gli anticorpi del vaccino possano essere efficaci contro il virus attuale.

Ribadiamo, però, che la situazione non è preoccupante sia secondo l’ISS sia secondo l’OMS

Come si cura il vaiolo delle scimmie

L’ISS ci dice che questa malattia si risolve spontaneamente in 1 o 2 settimane riposando adeguatamente e senza terapie specifiche. Se necessario, si possono somministrare anche degli antivirali, ma saranno i medici, naturalmente, a deciderlo.

In ogni caso non esiste un trattamento specifico, ma si stanno valutando alcuni farmaci come il cidofovir.

I casi in Italia: la situazione è sotto controllo

Un caso è stato identificato in Italia da un medico del Policlinico Umberto I di Roma e riguarda un ragazzo di ritorno dalle Canarie. Il suo quadro clinico è risultato subito caratteristico del monkeypox, appunto il vaiolo delle scimmie, ed il virus è stato immediatamente “identificato con tecniche molecolari e dissequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee“.

Al momento altri due casi sospetti sono in isolamento all’Ospedale Spallanzani per ricevere ulteriori analisi.

Dallo Spallanzani dicono che:

la situazione è attualmente la situazione è sotto controllo e in questo momento in Italia non abbiamo una situazione di allerta in relazione ai casi segnalati di vaiolo delle scimmie. Raccomandiamo però prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili. 

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) continua a “monitorare da vicino la situazione in rapida evoluzione” e non raccomanda nessuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito.

Anche se l’infezione non è frequente nell’essere umano ed in ogni caso fuori dall’Africa i casi sono davvero rari, sporadicamente ne sono stati rilevati alcuni in passato. Nel 2003 ci fu anche un’epidemia in USA a causa dell’importazione di animali dall’Africa non correttamente controllati dal punto di vista sanitario.

Oggi, ci sono alcuni casi anche in Portogallo, Spagna, UK e Nord America soprattutto in giovani MSM, cioè maschi che fanno sesso con maschi. Nessuno di questi casi al momento è grave.

Attivato il sistema di allerta europeo

L’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha attivato un sistema di allerta a livello europeo a cui partecipa anche l’ISS.

La stessa ISS ha messo in campo una task force con esperti del settore ed ha iniziato a contattare le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse per monitorare con frequente l’andamento della malattia in Italia.

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Scritto da Fabiana Bianchi
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