Domenica In, caos e critiche per la puntata del 21 settembre: cosa è andato storto

La nuova stagione di Domenica In è partita il 21 settembre 2025 con tante promesse di novità e un cast allargato.
Quella che doveva essere una puntata d’esordio memorabile si è trasformata invece in un momento di forti critiche e discussioni: pubblico e media hanno sottolineato problemi tecnici, giochi poco chiari e una conduzione corale mai decollata, con accuse di squilibrio e confusione.
@redivito Domenica In, prima puntata con Giorgia Meloni, Roberto Gualtieri, Loretta Goggi che attacca i giovani e Carlo Conti, e Albano che si scusa con Sofia Loren per le foto che non avrebbe dovuto condividere. Ah sì, poi c'è Teo Mammucari col gioco finito nel caos. #domenicain #tv #television #rai #mara ♬ suono originale – redivito
Il ritorno di domenica in con un format rinnovato solo sulla carta
La 50ª edizione di Domenica In è stata annunciata come un vero e proprio nuovo corso per il programma del pomeriggio di Rai 1. L’idea centrale era quella di una conduzione corale, con Mara Venier affiancata da Teo Mammucari, Tommaso Cerno ed Enzo Miccio.
Ognuno avrebbe dovuto gestire rubriche dedicate e blocchi specifici, per dare ritmo e varietà al contenitore domenicale.
A completare il quadro, un nuovo studio, una sigla inedita e segmenti tematici come “Il pranzo della domenica”, pensati per unire spettacolo, cultura e attualità in un format più moderno e condiviso.
Il ritorno di Domenica In del 21 settembre: tra novità e difficoltà
La puntata del 21 settembre 2025 doveva segnare il vero inizio del nuovo corso di Domenica In, con un mix di spettacolo, informazione e momenti emotivi.
In apertura spazio all’omaggio a Pippo Baudo, recentemente scomparso, e al racconto del suo legame storico con il programma. Subito dopo il focus su “Il pranzo della domenica”, il segmento dedicato alla candidatura della cucina italiana come patrimonio Unesco, arricchito da collegamenti esterni e ospiti in studio.
L’intervento di Giorgia Meloni, momento di propaganda politica?
Giorgia Meloni è intervenuta in collegamento video da Roma, precisamente dal Tempio di Venere davanti al Colosseo, per sostenere “Il pranzo della domenica”, l’iniziativa che promuove la candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco. Parte del suo intervento è stato un racconto personale — ha ricordato il pranzo domenicale con i nonni materni, facendo riferimento alle “pastarelle, compreso il diplomatico” come sapori della memoria collettiva.
L’intervento è durato circa 80 secondi. Subito dopo la sua partecipazione sono piovute critiche dall’opposizione, che ha accusato il collegamento di essere “spot elettorale” (specialmente in vista delle elezioni regionali imminenti), definendo fuori luogo la scelta di discutere in diretta televisiva di pranzi e dolci mentre su altri temi urgenti — come Gaza — non ci sarebbero risposte o presenze in Parlamento.
La Rai ha difeso l’iniziativa sostenendo che si trattava di un episodio di servizio pubblico: raccontare cultura, tradizione, identità nazionale, ha detto via nota, è parte del mandato del servizio pubblico. Meloni, da parte sua, ha replicato che “qualcuno ha preferito costruire l’ennesima polemica sul nulla”, sottolineando che il tempo speso è stato breve e che l’obiettivo era valorizzare un’eccellenza italiana condivisa.
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La conduzione corale che non decolla, anzi di fatto non c’è proprio
Il cuore del nuovo format era la conduzione corale, ma nella pratica questa impostazione non è mai davvero decollata.
Mara Venier, storica padrona di casa, ha mantenuto un ruolo predominante in ogni segmento, intervenendo spesso e lasciando poco spazio ai co-conduttori. Le rubriche affidate a Teo Mammucari, Tommaso Cerno ed Enzo Miccio sono apparse marginali, accorciate o interrotte, con una sensazione generale di improvvisazione e scarsa fluidità.
Sui social molti spettatori hanno commentato che i co-conduttori sembravano “ospiti speciali” piuttosto che veri padroni di casa, parlando di una gestione sbilanciata che ha fatto perdere ritmo e chiarezza al programma. I media hanno parlato di un format “non ancora rodato” e di una “conduzione corale solo a parole”, evidenziando come il debutto abbia tradito le attese di un reale rinnovamento.
Il gioco di Teo Mammucari sotto accusa
Uno dei momenti più attesi del nuovo format era il gioco interattivo condotto da Teo Mammucari, pensato per coinvolgere il pubblico da casa e dare freschezza al pomeriggio di Rai 1.
Nelle intenzioni avrebbe dovuto essere una rubrica leggera e veloce, ma nella realtà il segmento è apparso confuso e poco chiaro nelle regole, con tempi sbagliati e collegamenti anticipati o interrotti.
Anche le gag tra Mammucari e Mara Venier, come la battuta sul nome “Samira/Samara”, hanno suscitato più imbarazzo che divertimento, diventando bersaglio immediato di commenti ironici sui social. Molti utenti hanno definito il gioco “senza senso” o “improvvisato”, sottolineando come invece di alleggerire la trasmissione abbia finito per renderla ancora più disordinata e caotica.
L’intervento di Loretta Goggi
Un altro momento che ha fatto discutere è stato quello di Loretta Goggi, intervenuta con un discorso che ha spiazzato pubblico e ospiti.
La cantante e attrice ha contestato il ritornello televisivo del “largo ai giovani”, chiedendo provocatoriamente “ma quali giovani?” e mettendo in dubbio il reale spazio e merito dei nuovi artisti in tv.
Ha poi raccontato di essersi sentita “fuori posto” negli ultimi anni a Tale e Quale Show, per il contrasto fra il suo approccio tecnico e quello più leggero dei colleghi, e ha accennato al rischio che gli artisti maturi vengano messi da parte con frasi come “perché non vai in pensione?”.
Il suo intervento, più critico che celebrativo, ha creato disagio in studio e sui social, dividendo gli spettatori tra chi ne ha apprezzato la franchezza e chi lo ha trovato fuori luogo in un contesto domenicale leggero.
@stefanobenini0 #LorettaGoggi ♬ suono originale – Stefano Benini
Altre criticità della puntata
Oltre alla conduzione sbilanciata e al gioco di Mammucari, il debutto del 21 settembre è stato segnato anche da problemi tecnici.
Diversi collegamenti esterni hanno avuto audio disturbato o ritardi, alcuni contributi sono stati mandati in onda fuori tempo, creando sovrapposizioni fra gli interventi degli ospiti.
Anche l’omaggio a Pippo Baudo, che il pubblico attendeva come un momento solenne e unitario, è apparso dispersivo, inserito in un flusso frammentato di rubriche e collegamenti.
Alcuni spettatori hanno lamentato un squilibrio fra intrattenimento e contenuti politici, con troppo spazio dato a figure istituzionali rispetto al clima più leggero che tradizionalmente contraddistingue Domenica In.
Reazioni e polemiche sui social e nei media
Le critiche alla puntata del 21 settembre sono state immediate e diffuse. Sui social network gli utenti hanno parlato di “debutto da incubo” per Mara Venier, sottolineando “Mara parla sempre” e “gli altri sembrano comparse”. I tweet e i post più condivisi parlano di un format “confuso e senza ritmo” e di un gioco telefonico “imbarazzante”.

Anche diversi giornali online hanno dedicato articoli alla vicenda: alcuni hanno messo in evidenza la “conduzione corale solo a parole”, altri hanno puntato il dito sul collegamento con Giorgia Meloni, accusato di essere “uno spot elettorale” in un contenitore tradizionalmente d’intrattenimento. Complessivamente, il tono prevalente è stato quello di delusione e critica, con poche voci a difesa del nuovo corso e molti commenti che chiedono un rapido aggiustamento della formula.