Spia russa infiltrata a Napoli, un’operazione di 10 anni in ambienti Nato

Spia Russa Maria Adela Kuhfeldt Rivera

Per circa 10 mesi, il quotidiano italiano Repubblica, il sito investigativo Bellingcat ed al settimanale Der Spiegel e The Insider hanno portato avanti un’inchiesta che ha permesso di scoprire “la più clamorosa operazione d’intelligence” realizzata dalla Russia in Italia, avvenuta proprio a Napoli.

Infatti, secondo quanto riportato da Repubblica, la protagonista di questa missione segreta e condotta per più di dieci anni sarebbe una donna misteriosa, con un’identità falsa: stiamo parlando di Maria Adela Kuhfeldt Rivera. La donna, secondo quanto ha voluto far credere, sarebbe nata in Perù da padre tedesco.

Gli indizi sulla falsa identità di Adela

Secondo le fonti citate tanti sarebbero gli indizi che hanno portato a questa conclusione, in particolare il segno principale che collega la donna ai servizi segreti di Mosca è il passaporto russo usato per entrare in Italia. Si tratta di un passaporto appartenente alla stessa serie speciale utilizzata dagli 007 del Gru, l’intelligence militare agli ordini del Cremlino.

La sua identità è risultata falsa come hanno affermato le fonti dell’inchiesta. Infatti, nel 2005 un avvocato di Lima chiese il riconoscimento della cittadinanza peruviana per la donna, producendo un certificato di nascita siglato a Callao il 1 Settembre del 1978, con un attestato di battesimo della parrocchia di Cristo Liberador, chiesa che però sarebbe nata soltanto 9 anni dopo. Un anno dopo viene emesso il passaporto russo, dove viene indicata come impiegata all’Università statale con un indirizzo moscovita di residenza dove però nessuno si ricorda di lei.

La vera identità scoperta con la comparazione dei volti

Grazie poi ad un’attenta analisi nei database russi e software per la comparazione dei volti, si è scoperto la sua vera identità, appartenente appunto ad un’altra ragazza russa. Il suo vero nome è Olga Kolobova ed è una ragazza nata nel 1982.

Il tutto è stato possibile grazie alla scoperta di un vecchio passaporto appartenuto ad una ragazza che era sparita tredici anni e ricomparsa di punto in bianco a Mosca nel 2018. La prova schiacciante deriva da un’immagine del profilo di Whatsapp della donna, immagine risultata uguale a quella pubblicata da Maria Adela in uno dei suoi ultimi messaggi sui social.

La vita a Napoli della spia: l’infiltrazione nella Nato

La spia crea una società di gioielleria con il marchio Serein e qualche anno più tardi apre un laboratorio nel centro orafo il Tarì a Marcianise. Si trasferisce quindi a Napoli, affittando una casa di lusso in Via Petrarca.

Nel 2016 inaugura una concept gallery all’interno di Palazzo Calabritto, luogo conosciuto che diviene il ritrovo di tanti vip e volti noti. Tuttavia, la sua vera missione è un’altra, ovvero entra a far parte del Lions Club ” Napoli Monte Nuovo” ovvero un club fondato dagli ufficiali della Base Nato di Lago Patria.

Qui si trovano militari, impiegati e tecnici dell’Alleanza Atlantica o della VI Flotta statunitense, insomma il luogo dove vengono gestiti i comandi per le missioni della Nato e le attività della marina statunitense in Europa. Nel 2015 Marea Adela ottiene addirittura la nomina segretaria del club, diventando uno dei membri più attivi e per questo comincia a conoscere tante personalità importanti, come numerosi ufficiali della Nato.

È il 15 Settembre del 2018 e, dopo le rivelazioni sugli 007 che sparsero veleni letali attraverso l’Europa, Maria Adela parte da Napoli con un volo diretto a Mosca e di lei si perdono le tracce. Gli amici napoletani le scrivono, ma nessuna risposta arriva fino a quando, nel novembre del 2018, pubblica un post in italiano e in inglese sui social dove fa capire di essere malata di cancro.

Fonte foto: Open Online

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Scritto da Serena De Luca
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