Pillole di iodio e rischio nucleare: a cosa servono, quando usarle e controindicazioni

Pillole di iodio
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Ultimamente, a causa della guerra in Ucraina iniziata dalla Russia che sta invadendo il paese, si parla sempre di più di un eventuale rischio nucleare tra le parti in guerra e non solo.

Si teme che presto gli obiettivi dei bombardamenti possano essere le centrali nucleari: se pensiamo a quanto accaduto alla centrale di Zaporizhzhia, attaccata il 4 marzo dai russi (anche se alcune ricostruzioni successive hanno parlato di sabotaggio ucraino), possiamo comprendere la preoccupazione di questo periodo. Ricordiamo che non ci sono stati danni tali da provocare una fuga di radiazioni, ma l’opinione pubblica resta intimorita, soprattutto se si pensa anche al recente passato con ciò che è accaduto a Chernobyl.

La corsa alle pillole di iodio

Per questi motivi molte persone in alcuni paesi hanno pensato di fare la corsa per fare scorte di iodio, precipitandosi in farmacia per acquistare le compresse per proteggersi dalle radiazioni.

Le nazioni in cui questa corsa all’accaparramento è più accesa sono Belgio e Olanda. In Italia non si è arrivati ancora a questo punto e le scorte di integratori di iodio sono ancora alte (più giù spiegheremo la differenza con i farmaci), ma si rischia che, con la circolazione delle notizie, la popolazione possa allarmarsi.

Ma si tratta di una scelta ragionata e giusta? Al momento la risposta è NO e vediamo il perché.

Farmacista

A cosa servono le pillole di iodio

Prima di addentrarci nelle motivazioni che attualmente sconsigliano l’acquisto di compresse di iodio, spieghiamo perché proprio queste pillole servono a proteggersi da alcuni rischi dovuti al nucleare.

I farmaci a base iodio aiutano a ridurre l’accumulo di sostanze radioattive nella tiroide, ma va usato con oculatezza. Come spiegato nel dettaglio sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità:

  • durante un incidente nucleare potrebbe essere rilasciato iodio radioattivo che contamina l’ambiente;
  • se respiriamo aria contaminata o mangiamo cibo contaminato, esponiamo il nostro organismo all’assorbimento di iodio radioattivo;
  • è soprattutto la tiroide ad assorbire la maggior parte di questo iodio cattivo;
  • infatti, ricordiamo che la tiroide è una ghiandola che usa lo iodio per produrre gli ormoni necessari al funzionamento del metabolismo e per altre funzioni, ma purtroppo non distingue tra iodio stabile e iodio radioattivo.

Ecco perché le pillole che contengono iodio stabile:

  • servono a bloccare l’assorbimento di iodio radioattivo;
  • quindi, se ingerite prima o proprio all’inizio dell’esposizione alle radiazioni, fanno sì che la tiroide assorba solo iodio stabile il quale avrà saturato la ghiandola tiroidea senza più farle assorbire altro iodio (cioè quello radioattivo, appunto);
  • in sostanza, “saturare” la tiroide con lo iodio buono evita che possa assorbire quello cattivo.

Ma davvero serve attualmente ingerire queste pillole a scopo preventivo? La risposta è NO.

Quali sono le controindicazioni di un’assunzione sbagliata

Assumere tali pillole senza un’opportuna indicazione da parte delle autorità può anche comportare seri rischi alla salute:

  • lo iodio può essere tossico per alcune persone, ad esempio per gli over 40 che soffrono di gozzo o ipertiroidismo;
  • si può incorrere in disfunzioni della ghiandola tiroidea o in malattie autoimmuni;
  • si possono avere eruzioni cutanee, reazioni allergiche, dolori addominali, tra le altre cose.

Quali sono le differenze tra integratori di iodio e farmaci? Quale va usato?

Come avrete notato abbiamo sempre parlato di farmaci e non di integratori. Infatti, bisogna anche fare una differenza tra integratori e farmaci perché spesso non si distingue tra le due cose.

Gli integratori a base di iodio

Ricordiamo che gli integratori si usano per integrare una dieta iposodica, quindi a basso contenuto di sodio. Anche se la dieta mediterranea, quella che generalmente seguiamo noi, se seguita correttamente difficilmente è povera di sodio.

Ecco alcune informazioni utili:

  • si possono acquistare in farmacia senza ricetta;
  • vengono indicati solo in casi documentati in cui c’è carenza di iodio.

I farmaci a base di ioduro di potassio

Come dice stesso il nostro titoletto, si tratta di farmaci e non di semplici integratori, quindi possono essere pericolosi se non assunti correttamente e senza le indicazioni di un medico. Ad esempio, sono usati anche per il trattamento dell’ipertiroidismo ed il dosaggio va definito accuratamente con il proprio medico.

Tali farmaci:

  • sono le compresse utilizzate in caso di rischio nucleare, dunque non parliamo di semplici integratori;
  • hanno dosaggi superiori anche di 700-1.000 volte rispetto agli integratori;
  • vengono venduti solo con prescrizione medica;
  • non si possono acquistare se non con l’insorgere di condizioni di rischio.
Pillole

Le pillole di iodio non servono a scopo preventivo

Molte persone credono siano utili a scopo preventivo per proteggersi dalla radiazioni, ma gli esperti si stanno prodigando per spiegare che non è così.

Ad esempio, lAgenzia federale belga per il controllo nucleare (in Belgio la popolazione ha molta paura del rischio nucleare) è prontamente intervenuta per spiegare che:

  • le pillole non vanno assunte a scopo preventivo;
  • ma soprattutto vanno assunte solo seguendo le indicazioni delle autorità.

Quindi, ribadiamo che:

  • SOLO se si è esposti allo iodio radioattivo è necessario assumere le pillole di iodio;
  • vanno assunte SOLO seguendo le indicazioni delle autorità competenti;
  • inoltre, NON proteggono dalle altre sostanze radioattive emanate da un eventuale incidente nucleare come cesio-137, polonio-210, stronzio-90, plutonio, uranio e nettunio. 

Le raccomandazioni degli esperti

Leggiamo anche le parole di Marcello Bagnasco, presidente dell’Associazione Italiana della Tiroide (Ait) e specialista in endocrinologia, medicina nucleare e immunologia clinica, che ha dichiarato:

se si assumono in autonomia e senza il consiglio del medico, si potrebbe verificare un eccesso di questo elemento che può provocare effetti collaterali come, per esempio, un aumento di incidenza delle patologie autoimmuni. Nei soggetti con ipotiroidismo potrebbero esserci conseguenze indesiderate più sensibili. Va evitato l’uso incontrollato sulla base del principio che “non si sa mai”. Sono forme di psicosi che possono fare danni. Non c’è un’indicazione sull’assunzione di integratori o pillole che contengano iodio se non in circostanze particolari, per esempio in previsione di alcuni interventi chirurgici sulla tiroide oppure in gravidanza o in chi segue una dieta particolarmente restrittiva. È ancora più inutile l’aggiunta di iodio nelle persone a cui è stata tolta la tiroide.

Dottore

Anche Gianluca Aimaretti, Ordinario all’Università del Piemonte Orientale e Presidente eletto della Società Italiana di Endocrinologia, ha specificato che “fare la corsa per acquistare integratori a base di iodio non serve. Anzi: può essere dannoso” ribadendo che si tratta dell’opinione di tutta la comunità scientifica.

Non siamo di fronte al rischio nucleare

Ricordiamo che attualmente non siamo di fronte ad alcun rischio nucleare e nessun paese ha diramato un’allerta di questo tipo. Non dobbiamo allarmarci nè prendere decisioni avventate che possono risultare addirittura dannose.

Sempre l’Agenzia federale belga per il controllo nucleare ha specificato che l’attuale situazione in Ucraina non richiede l’uso di compresse di iodio.

Se invece fosse davvero così, e dunque ci fosse il rischio nucleare, le autorità consiglierebbero fortemente l’acquisto di compresse di iodio ed inizierebbero a diramare avvisi a tutta la popolazione con precise linee guida su come acquistarle e come assumerle.

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Scritto da Fabiana Bianchi
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