Che cos’è il 41-bis: cosa prevede, quanto dura e come è nato

Photo by Ye Jinghan
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Negli ultimi 30 anni il 41bis è stato lo strumento più importante nella lotta alla mafia. Fu ideato da Giovanni Falcone, ma introdotto nell’ordinamento italiano solo dopo le stragi di Capaci e Via d’Amelio.

Cosa prevede il 41-bis, il regime di detenzione che ha cambiato il sistema carcerario per i mafiosi

Il 41 bis è un regime di detenzione che prevede l’isolamento dei capi mafiosi in celle individuali.
In questo regime il boss non può avere contatti con l’esterno e l’interno del carcere, anche i contatti con le stesse guardie penitenziarie sono fortemente limitati.

La sua introduzione ha cambiato radicalmente il sistema carcerario per i mafiosi, che fino ad allora vivevano in una sorta di villeggiatura all’interno del carcere, in cui continuavano a gestire le loro attività criminose.

Il 41 bis ha permesso per la prima volta di isolare i capimafia e di bloccare tutte le loro comunicazioni con l’esterno.

Con il 41-bis i mafiosi non possono mantenere contatti con gli affiliati

Grazie a questo regime di detenzione, i mafiosi non possono più mantenere contatti con i loro affiliati, né impartire ordini e direttive.

Inoltre, l’isolamento in cella individuale impedisce ai boss di gestire la vita all’interno del carcere, evitando così la possibilità di spadroneggiare sui direttori e sulle guardie.

Quanto dura la detenzione sotto il 41-bis

La legge prevede la reclusione in isolamento senza contatti per la durata di 4 anni sotto il 41-bis, tale durata è però rinnovabile e prorogabile per altri 2 anni di volta in volta qualora il “boss” fosse ancora in condizione di avere contatti a rischio con l’esterno o all’interno del carcere.

quando risulta che la capacità di mantenere collegamenti con l’associazione criminale, terroristica o eversiva non è venuta meno

Com’è fatta la cella dei detenuti al 41-bis

All’interno delle celle del regime di detenzione del 41-bis, sono presenti solo pochi elementi d’arredo tra cui:

  • un letto,
  • un tavolo,
  • una sedia fissata al pavimento

In questo tipo di detenzione, il detenuto viene sottoposto a una sorveglianza continua per 24 ore al giorno e gli è vietato avere oggetti personali.

Dove sono incarcerati i detenuti al 41-bis

La maggior parte dei detenuti sotto il 41 bis è incarcerato nel carcere di L’Aquila, ma sono comunque numerosi i detenuti al momento reclusi presso altre strutture.

In totale i detenuti al 41-bis si trovano a:

  • L’Aquila
  • Milano (Opera),
  • Sassari,
  • Spoleto,
  • Novara,
  • Parma.

L’obiettivo della mafia era l’eliminazione del 41 bis

L’abolizione del 41 bis è stata una delle prime richieste avanzate da Totò Riina nel corso delle trattative tra mafia e Stato.

L’obiettivo della mafia era quello di eliminare questo regime di detenzione che rappresentava una vera e propria minaccia per il potere e l’influenza dei capimafia.

Le stragi del 1993, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti di scorta, erano finalizzate proprio a questo scopo.

La richiesta di chiusura del 41 bis e la sentenza della Corte Europea

Nonostante i continui attacchi subiti, il 41 bis ha resistito per 30 anni.

Purtroppo oggi è ancora una volta sotto attacco e ad aggiungersi c’è una sentenza della Corte Europea.

Sono infatti molte le voci a chiedere la sua abolizione, affermando che questo regime di detenzione viola i diritti umani dei detenuti.

Dall’altro lato, i sostenitori del 41 bis affermano che questo regime si è rivelato fondamentale nella lotta alla mafia e che la sua abolizione sarebbe un grave errore.
I boss mafiosi non sono detenuti “normali” e in quanto tali necessitano di misure più restrittive.

La sentenza della Corte Europea: 41 bis è tortura

La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che il regime del 41-bis e la detenzione in regime di isolamento rappresentano una forma di tortura.

Questo sistema, secondo la Corte Europea, è contrario alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e in particolare all’articolo 3 che vieta la pratica della tortura, delle punizioni crudeli, inumane e degradanti.

Il 41 bis, un pilastro nella lotta alla mafia

Il 41 bis rappresenta uno dei principali strumenti nella lotta alla mafia.

Questo regime di detenzione ha permesso di isolare i capimafia e di bloccare tutte le loro comunicazioni con l’esterno, impedendo loro di gestire le attività criminali dall’interno del carcere.

Nonostante le pressioni per la sua abolizione, il 41 bis rappresenta ancora oggi un pilastro fondamentale nella lotta alla mafia in Italia.

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Scritto da Gennaro Marchesi
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