Bambina caduta dal 5° piano, Mattia Aguzzi “Non sono un eroe”

Mattia Aguzzi, salvatore della bimba caduta dal quinto piano
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Quando la tragedia sembrava ormai imminente, il coraggio e l’istinto di un uomo hanno trasformato una storia potenzialmente devastante in un racconto di speranza e eroismo.

Mattia Aguzzi, l’uomo al centro di questo atto coraggioso, ha sottratto una bambina da un destino apparentemente inevitabile. Malgrado l’ammirazione generale, Aguzzi si schermisce dal titolo di “eroe”, affermando che chiunque al suo posto avrebbe agito allo stesso modo.

Cos’è successo? La dinamica dell’incidente

Era una giornata come tante altre quando una bambina di circa 4 anni si è trovata in una situazione pericolosissima, precipitando dal quinto piano di un palazzo in via Nizza a Torino.
I rapporti indicano che la piccola era in casa con i genitori, i quali avevano momentaneamente lasciato la stanza.

La tapparella della finestra era abbassata, ma non abbastanza da prevenire che la bambina raggiungesse il balcone. Ignara dei pericoli, la piccola si è arrampicata su una sdraio e ha raggiunto il parapetto.

Il salvataggio della bambina

Qui Mattia Aguzzi, un semplice impiegato bancario in quel momento di passaggio, diventa il protagonista indiscusso di questa storia. Allertato da un residente del palazzo di fronte, Mattia ha immediatamente reagito. Con un calcolo rapido e preciso della traiettoria di caduta della bambina, si è posizionato in modo da attutire il suo impatto.

Il prezzo da pagare è stata una contusione al torace, ma il risultato è stato decisivo: la bambina è viva. Attualmente è in osservazione all’ospedale infantile Regina Margherita, ma è sostanzialmente illesa.

@la.stampa

Le parole di Mattia Aguzzi, il ragazzo-eroe che a Torino ha salvato una bambina di 5 anni caduta dal quinto piano #torino #incidente #salvataggio

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Le parole di Mattia Aguzzi, il salvatore della bimba

Nonostante l’entusiasmo e la gratitudine dell’opinione pubblica, incluso un commento dalla premier Giorgia Meloni, Mattia Aguzzi rimane umile.

“Speravo solo di riuscire a prenderla”

Aggiunge inoltre che non crede nel destino, ma attribuisce l’intera vicenda alla pura casualità.

“Ero lì solo perché dovevo comprare del pane per un parente”.

Quando gli si chiede se si renda conto del suo atto eroico, la sua risposta è sobria:

“Non esageriamo, chiunque ci avrebbe provato.”

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