Il rapporto Sin mette in luce il disastro ambientale campano dovuto principalmente alla presenza di amianto in numerosi siti industriali e allo sversamento illegale di rifiuti tossici. I Sin- Siti d’Interesse Nazionale – da bonificare, vale a dire le aree geografiche del territorio dove si registra un alto tasso di inquinamento del suolo, sottosuolo e delle acque superficiali sono in continuo aumento.
Ottantotto i Comuni esaminati nel rapporto per un totale di 776.544 abitanti, quasi un sesto della popolazione dell’intera regione (5.834.056). Le aree interessate sono state il Litorale domizio, flegreo e agro aversano che comprendono 77 comuni con 141.793 abitanti; e il Litorale vesuviano con 11 Comuni e 462.322 abitanti.
I dati allarmanti mostrano dal 1995 al 2002 un eccesso rispetto al parametro medio di riferimento per la mortalità generale, e in particolare per il tumore del polmone, dello stomaco e della vescica. Fatta base cento, gli incrementi più significativi si registrano nel vesuviano per le malattie dell’apparato genito-urinario (uomini 109, donne 128) e nella seconda area oggetto di studio per l’apparato digerente (114 per uomini e donne). Esclusa dal rapporto invece l’area di Bagnoli, considerata dal mondo cittadino e associazionistico un vero e proprio “laboratorio di tumori” a causa dell’ ex Italsider.
Dunque se nel resto d’Italia si muore per i veleni delle industrie, in Campania ciò che inquina più di ogni altra cosa è lo smaltimento di rifiuti. Gli scienziati infatti raccomandano un’attenta valutazione dell’inquinamento ambientale presente nell’area caratterizzata oltre che da numerose discariche, anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale e di combustione dei rifiuti sia urbani sia pericolosi sottolineandone tanto pericolosità quanto la necessità di intraprendere misure efficaci.
Sulla questione è intervenuta ieri pomeriggio una delegazione di comitati civici, associazioni, medici indipendenti, forze sindacali e sociali, studenti, donne delle “Mamme vulcaniche”, che non hanno esitato a manifestare davanti alla sede del Comune di Napoli avviando la campagna “Stop biocidio”. L’obiettivo dei manifestanti è richiamare l’attenzione della Regione Campania e del governo nazionale sulla necessità di un piano straordinario di bonifiche del territorio.