In occasione del suo prossimo debutto sui palcoscenici romani con uno spettacolo dai toni nostalgici, Nino D'Angelo si è espresso con affetto e dignità a favore della sua Napoli. L'ex cantante neomelodico, infatti, proporrà al Brancaccio di Roma il suo nuovo lavoro, "C'era una volta... un jeans e una maglietta" (13-16 dicembre più altre tappe in Italia), spettacolo che si configurerà come un discorso tra il Nino D'Angelo attuale e quello del passato. Saranno ricordati i tempi in cui portava il suo distintivo caschetto e, tra canzoni, immagini e monologhi, si arriverà all'emancipazione artistica dei giorni attuali.
Nino D'Angelo non ha mai dimenticato il suo passato, il quartiere di provenienza, San Pietro a Patierno, e la povertà che accompagnava quei giorni. Grazie alla musica è riuscito a "riempire l'altra metà" di quella vita che non si riusciva a vivere in modo completo tra quelle strade. Proprio in riferimento a questa salvezza dovuta alla musica, D'Angelo ricorda che
Chi nasce povero raramente riesce a cambiare la sua vita. La povertà c'è e c'è sempre stata e chi è povero di solito non ha diritti, è emarginato. In Italia facciamo finta che la povertà non ci sia, invece c'è. Fa comodo non affrontarla, così come fa comodo far vivere nell'ignoranza chi povero nasce. Tempo fa dirigevo un teatro a Forcella: andava talmente bene che lo hanno fatto chiudere. Meglio non farla pensare la gente
Ecco perchè, grazie a questo nuovo cammino artistico, cominciato ormai da più di dieci anni, il cantante partenopeo vuole raccontare soprattutto la condizione di chi è emarginato, chi subisce ingiustizie e di chi non ha diritti, essendo sempre grato e vicino al suo quartiere di origine perchè "chi è nato in quei quartieri con quei quartieri ha sempre un debito di riconoscenza, una parte di quello che fa deve andare lì."
E anche da questa consapevolezza c'è il riferimento alle continue strumentalizzazioni che si fanno, tramite i mass media, per mistificare la realtà del meridione, soprattutto. La forza dei cittadini, dice D'Angelo, deve essere quella di riuscire a "sgomorrizzare" Napoli, a trovare una soluzione per il male portato dalla camorra. Perchè "è inutile trovare la malattia se non si vuole trovare la medicina per curarla".