Domani 27 Aprile il Castel dell’Ovo sarà chiuso al pubblico dalle 8 alle 16 per motivi di sicurezza. Difatti in tale occasione il Sindaco De Magistris conferirà al Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen la cittadinanza onoraria.
Abu Mazen è il primo presidente palestinese nominato con tornata elettorale, rimasto in carica nonostante lo scaduto mandato nel gennaio del 2009.
Quella del Sindaco della città partenopea è una scelta molto particolare che sicuramente non mancherà, come già sta succedendo, nello sviluppare una forte polemica negli ambienti intellettuali.
E difatti è con toni ardui che si esprime il presidente dell’ Associazione Italia-Israele di Napoli Giuseppe Crimaldi:
“Il Signor Abu Mazen si è distinto per la diffusione di aberranti tesi negazioniste formulate già a suo tempo nella dissertazione di Laurea discussa, nel 1980, presso il Collegio Patrick Lumumba di Mosca, nella quale asseriva che la Shoah avrebbe contato un numero esiguo di vittime, e che in ogni caso sarebbe stata il frutto di una macchinazione delle organizzazioni sioniste, uniche e vere responsabili dell’ accaduto. Oltre a ciò ricordiamo come Abu Mazen abbia ripetutamente incoraggiato il ricorso al terrorismo, attribuendo cospicui premi finanziari ai responsabili di atroci stragi contro civili inermi. Giustificando per di più gli attentatori di Monaco (1972), il rapimento del soldato Gilad Shalit (2006), e molti altri autori di tanti crimini efferati.
Se il riconoscimento è attribuito ad Abu Mazen come persona allora ci chiediamo se un simile personaggio meriti realmente tale prestigiosa onorificenza, che dovrebbe premiare personalità di specchiato, indubbio e riconosciuto prestigio sociale. Se, invece, la scelta fatta dalla giunta presieduta dal sindaco Luigi de Magistris, è stata fatta in ragione della carica attualmente ricoperta da Abu Mazen, e si vuole quindi con essa esprimere un gesto di amicizia verso il popolo palestinese, di cui egli figura essere il Presidente, facciamo notare che tale scelta resta nel solco di una molteplicità di gesti ma delle sue espressioni più violente ed estremiste. Incoraggiare la violenza, a nostro avviso, non equivale a fare il bene del popolo palestinese, ma esattamente il contrario”.